Quando si parla di Bondage si fa riferimento ad un insieme di tecniche che tramite la momentanea privazione del movimento o di un particolare senso, permettono l’eccitazione sessuale, facendo vivere a chi le pratica forti emozioni sia fisiche che mentali.Solitamente l’immobilizzazione del partner consenziente avviene tramite corde, bavagli, cappucci, catene etc.
Fra le pratiche BDSM più conosciute, il Bondage rappresenta per gli appassionati un sottile ed intrigante gioco di fiducia reciproca, di perdita del controllo, di abbandono totale.
Il Bondage nasce in Giappone, dove l’atto di legare una persona prende il nome di Shibari, arte antichissima utilizzata in cerimonie religiose per evocare l’unione tra l’uomo e Dio. Solo in seguito, l’Occidente acquisisce i rudimenti di quest’arte, modificandola secondo canoni e obiettivi diversi dalle premesse originarie.
Nella nostra breve guida ci occuperemo di alcune tecniche molto diffuse, perlopiù di Soft Bondage (ovvero tecniche di bondage per principianti o per persone poco esperte), dando il doveroso approfondimento agli aspetti legati alla sicurezza.
Infine, l’ultima parte del nostro articolo si occuperà delle Mistress esperte in Bondage: riporteremo dunque alcune interviste in cui verrà ulteriormente approfondito il variegato mondo del Bondage, dando in questo modo “voce” a chi in prima persona lo pratica da tempo.
Senza altre esitazioni, entriamo quindi nel vivo dell’argomento, per cui non ci rimane che augurarvi buona lettura!
Le tecniche bondage più diffuse e praticate
Una categorizzazione piuttosto diffusa delle tecniche bondage riguarda le modalità con cui queste vengono attuate, per cui avremo legature finalizzate:
- alla costrizione degli arti;
- alla divaricazione di parti del corpo;
- al collegamento di parti del corpo ad altri sostegni;
- alla sospensione del corpo a soffitti o sostegni;
- alla modificazione forzata dei movimenti naturali del corpo;
- all’immobilizzazione completa del corpo detta anche mummificazione.
Le categorie appena elencate prevedono a loro volta numerose tecniche che variano in base sia agli strumenti utilizzati sia alle modalità di legatura.
Per evitare di rimanere troppo sul generale, descriveremo ora alcune delle tecniche bondage più diffuse: tre di esse sono tecniche di soft bondage per principianti, mentre l’ultima è considerata a tutti gli effetti una pratica di bondage estremo per esperti.
Siete pronti? Cominciamo dunque con quella che è forse la più semplice forma di legatura esistente ovvero la legatura per i polsi.
Tale tecnica prevede che la persona da legare metta le mani dietro la schiena, con i palmi a contatto. A questo punto occorre prendere una corda di cotone o di nylon di lunghezza pari a 1 metro/ 1 metro e mezzo, fare una sorta di cappio nel mezzo della corda, passando il cappio sui polsi, stringendolo in modo graduale e quel tanto che basta affinché la persona non si liberi da sola. Infine si legano con un nodo le due estremità della corda.
Se siete amanti della comodità sempre e comunque la seconda tecnica è quella che fa per voi: si tratta infatti della cosiddetta posizione comoda.
In cosa consiste tale tecnica e perché è chiamata in questo modo?
Il nome deriva dal fatto che tale legatura non prevede che alcuna parte del corpo si trovi in una posizione anomala, permettendo inoltre alla persona di stare sia in piedi che sdraiato. Inoltre, aspetto di fondamentale importanza è la sicurezza della tecnica (sul tema della sicurezza ci torneremo dopo dedicandoci uno specifico paragrafo).
L’idea alla base di questa tecnica è sostanzialmente quella di fare una sorta di imbracatura completa del corpo della persona facendo passare la corda (lunga sui 10 metri circa) dietro la schiena e il collo, intorno le cosce e con i polsi legati dietro la schiena.
Un’altra semplice tecnica, adatta per chi è alle prime armi, è quella delle caviglie affiancate.
Dopo aver fatto sdraiare il vostro partner, occorre formare un cappio (in maniera analoga alla legatura dei polsi vista in precedenza) con una corda di circa tre metri.
Anche in questo caso bisogna fare passare le due estremità della corda all’interno del cappio che stringerà le caviglie, fare un paio di giri, un nodo non troppo stretto et voilà: il gioco è fatto!
L’ultima tecnica di cui ci occuperemo non è per nulla adatta ai principianti, essendo a tutti gli effetti una tecnica di bondage estremo: la sospensione a testa in sù.
Nella sospensione, si lega il partner o imbracandolo completamente o limitandosi ai polsi ( molto più dolorosa) prima di issarlo su un sostegno adatto, magari mediante una carrucola: prima di abbandonarlo completamente alla sospensione, si accompagna gradualmente il corpo per evitare strappi e lesioni. Su questa tecnica, abbiamo deciso volutamente di soffermarci poco, rimandando a siti specifici una descrizione più accurata.
Bondage sicuro per evitare rischi di ogni genere
Come è facilmente intuibile, praticare bondage non è esente da rischi con conseguenze a volte anche irreversibili.
Per questo abbiamo pensato a inserire nella nostra guida una sorta di vademecum, dieci regole fondamentali per poter godere appieno del bondage limitando al massimo i rischi:
- La pratica del bondage deve essere consensuale senza nessuna forma di condizionamento né fisico né psicologico
- Occorre conoscere e avere fiducia nel partner con cui si pratica bondage
- Prima di cominciare l’attività, occorre scegliere una safe word o un gesto che permettano di interrompere in qualsiasi momento l’attività
- E’ necessario essere informati sui rischi associati alla pratica, in particolare sui rischi per il sistema nervoso, per l’apparato respiratorio e per l’apparato circolatorio
- Comunicare costantemente con il partner
- E’ necessario essere in condizioni psicofisiche ottimali evitando di fare bondage quando si è troppo stanchi, ubriachi o sotto effetto di droghe
- Non lasciare mai la persona legata da sola o non allontanarsi per troppo tempo
- Evitare nodi complicati e difficili da sciogliere , così come sono da evitare legature troppo strette. Fondamentale ricordarsi di avere sempre un paio di forbici a portata di mano in via precauzionale
- Non legare mai il collo, i danni seri per soffocamento sono piuttosto comuni
- Evitare sessioni troppo lunghe (più di un’ora).
Le Mistress italiane migliori esperte in bondage
Il Bondage è una pratica particolarmente amata dalle cosiddette Mistress Rigger, ovvero dalle donne dominatrici che nel gioco BDSM amano legare i propri schiavi (bunny slave) con le corde.
Abbiamo raccolto tre interviste di altrettante Mistress che hanno condiviso con noi alcuni particolari delle loro esperienze bondage: vi auguriamo una buona lettura!
Mistress Marika, 40 anni, prov. di Lucca: “Ho provato le tecniche bondage per molti anni sulla mia pelle, prima di essere io ad utilizzarle sugli altri. Ho avuto la fortuna di avere ottimi maestri (un ringraziamento particolare a Master Ted, autentico guru in fatto di corde e catene!) e questo mi ha permesso di velocizzare l’apprendimento. Attualmente mi esibisco spesso in diversi locali toscani dove faccio vedere agli spettatori le varie tecniche apprese in questi anni: tartaruga, nodo quadrato, hogtie, sospensioni a testa in giù e molte altre. A chiedermi le legature più bizzarre e fantasiose sono le donne, decisamente meno pavide degli uomini in tema di sperimentazione.Ogni tanto provo delle forme elementari di bondage con i miei schiavetti fidelizzati, giusto per far capire loro l’ebbrezza dell’essere legati: ma non mi danno tanta soddisfazione, per cui non riservo a loro il mio meglio!”.
Lady Blue Night, 36 anni, Milano: “Quando, circa tre anni fa, un mio giovane schiavo mi chiese di legarlo con una particolare tecnica di bondage di cui non ricordo il nome, non fu facile nascondergli il mio imbarazzo ammettendo che non avevo la più pallida idea di cosa stesse parlando. Mancanza molto grave per una Mistress mi fecero notare un paio di amici. E così decisi di imparare, facendo specifici corsi accelerati che mi permettessero di recuperare velocemente il tempo perduto.
Ora le varie tecniche bondage sono diventate parte del mio repertorio, e grazie ad esse amo dare forti ed intense sensazioni sia ai miei partner che ai miei schiavi più devoti”.
Mistress Esmeralda, 47 anni, Novara: “Pratico il bondage da quando avevo 25 anni, e ormai posso ammettere senza alcuna falsa modestia, di essere una delle migliori in Italia in questo campo. Conduco anche dei corsi per avvicinare la gente a quest’antica e nobile arte su cui purtroppo i pregiudizi imperversano.
Penso che ciò sia dovuto anche a tanti pseudo-colleghi piuttosto incoscienti che utilizzano con troppa superficialità gli insegnamenti appresi, non curando l’aspetto più importante che è la sicurezza. Ma ciò non toglie nulla al fascino di questo mondo che apre la mente e il corpo a sensazioni indicibili”.
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